Tuesday 3 November 2015

Qualcosa è cambiato. Nuovi progetti, vecchie prospettive.

Salve, sono sybin, forse vi ricorderete di me per post come The Kite Flyer, oppure SybinQ Art Projects is Born. Tutta roba che scrivevo mentre ero a Londra, dove ho passato gli ultimi cinque anni.
L'ultimo post che ho scritto risale a Dicembre 2011 e, mentre spazzolo via la polvere virtuale ed elimino le ragnatele dalla rete, faccio il punto della situazione: un anno dopo avrei avuto una figlia (non, ceci n'est pas un mommy blog. Jamais! Jamais!) e ancora sei mesi dopo io e la mia famigliola ci saremmo ri-trasferiti in Italia.

A Bergamo, per la precisione, e non a Roma che è la mia città natale.

Roba che quando racconto questo ad un interlocutore c'è ancora chi mi chiede se sono sana di mente: "Usti! Da Londra a Bergamo? Bel cambiamento, neh?" Eh. Confesso che tale prospettiva non entusiasmava neanche me, che mi occupo di arte contemporanea ed ero scappata a Londra proprio per avere "qualche chance in più." Tuttavia, poi siamo arrivati qui e lo scetticismo iniziale si è trasformato in "umh", un suono onomatopeico a metà tra la riflessione e l'apprezzamento.

Per esempio, ho cambiato punto di vista. Per dire, a Londra, quando aprivo la mia famosa bay window, avevo questo paesaggio:


Paesaggio urbano e poco attraente, si, ma vivevamo a un tiro di schioppo da Oxford Street, quindi, ci stava. Il quartiere di Fitzrovia era la nostra oasi tranquilla nel mezzo del caotico centro di Londra. Però, per dire, adesso apro la finestra della casa a Bergamo, che nel mio giudizio iniziale era La Qualunque cittadina mai frequentata del Nord Italia, ed il paesaggio è il seguente:

Photo Credits: Eco di Bergamo
Quello che ti frega, a Bergamo, per quanto puoi essere prevenuta, sono le colline. La città alta è un gioiellino incastonato dalle mura e tutt'intorno la morbidezza di queste colline, puntinate da chiesette e abitazioni, sembra quasi un comitato di accoglienza.

Ho cambiato prospettiva. Quando arriva una figlia a cambiarti la vita si cerca un luogo che sia a misura di bambino e di famiglia. Ho iniziato perfino a parlare di maternità, in pillole.  Questo però non vuol dire che io sia stata con le mani in mano fino a questo momento: del resto, organizzare mostre e fare il curatore è una specie di mania.

Ecco un progettino a cui ho lavorato l'anno scorso: www.lightingmoodscontest.com
Un parco pubblico. Delle lampade ad energia solare. La sinergia tra arte e nutrimento culturale. Un concorso per artisti emergenti che ha visto vincere la giovane Isabella Mara, che ha avuto l'occasione di lavorare accanto ad altre due artiste storiche come Mariella Bettineschi ed Alice Anderson. L'idea era di trasformare un parco pubblico di periferia in un luogo espositivo, mettendo l'arte alla portata di tutti e ponendo l'accento sull'importanza delle energie rinnovabili.

Un altro bel progetto a cui sto lavorando attualmente è stato annunciato oggi su un altro blog, precisamente Ma Che Davvero di Chiara Cecilia Santamaria, che seguo praticamente dagli esordi. Che emozione! Ecco perché sono qui ad aggiornare in fretta e furia il mio bistrattato blog, nell'attesa che venga trasformato in un funzionalissimo sito web.

E continui a portare avanti gli intenti di SybinQ Art Projects di promuovere l'arte contemporanea attraverso la circolazione delle cultura, la commissione di nuove opere per spazi inconsueti e la creazione di networks internazionali.

Stavolta, per il Book Art Project lo spazio inconsueto è quello di un libro, trasformato in opera d'arte in un progetto unico nel suo genere. Per l'occasione, SybinQ Art Projects ritorna a Roma, al Pastificio Cerere, luogo storico di San Lorenzo, sede di studi di artisti che hanno fatto la storia della pittura Italiana, come ad esempio Giuseppe Gallo, per cui ho avuto il piacere di lavorare prima che la mia avventura Londinese avesse inizio.

La mostra sarà allo Spazio Cerere dal 26 al 30 Novembre 2015, e per me è un po' come tornare a casa, in tutti i sensi. Vi aspetto!


© Chiara Cecilia Santamaria, Ma Che Davvero